| La storia delle infestazioni da pidocchi è antica quanto quella dell"uomo. Sono state trovate le loro uova, le lendini, già nei capelli di mummie preistoriche e questi piccoli artropodi sono citati infatti nei papiri egizi e nella Bibbia. Si potrebbe affermare che hanno compiuto il loro ciclo evolutivo parallelamente allo sviluppo della razza umana. Il pidocchio del capo, oggetto di questo Focus, è un fastidioso parassita ematofago, che si nutre quindi di sangue umano, ma che non è veicolo di malattie, al contrario di quello del corpo. Oggi, nel nostro paese, la pediculosi del capo è un"infestazione tipica, anche se non esclusiva, dell"infanzia e dell"adolescenza, indipendentemente da razza, ceto sociale e grado di pulizia della persona. Colpisce maggiormente tra i 3 e gli 11 anni e il contatto diretto è la principale modalità di trasmissione. Nel mondo si calcola che vi siano centinaia di milioni di casi ogni anno. In Italia è possibile fare una stima indiretta basata sul numero di confezioni di prodotti specifici venduti. Nel 2003 sono state acquistate 1.443.000 confezioni di pediculocidi, dato che conduce a una stima d"incidenza del 2,5% nel nostro paese. Il responsabile La pediculosi del capo è causata da un artropode dell"ordine degli Anopluri, il Pediculus humanus capitis, insetto appartenente alla famiglia dei Pediculidi. Si tratta di un parassita ematofago esterno obbligato permanente e strettamente specie-specifico dell"uomo. Il suo ciclo vitale dura circa un mese e avviene attraverso tre stadi: uova, ninfa, adulto. Le sue dimensioni variano da 1 a 3 mm. Non ha ali, ma è dotato di uncini con cui si attacca ai capelli. Si nutre prelevando piccole quantità di sangue dall"ospite. Il colore può variare da un ospite all"altro grazie a capacità mimetiche. I pidocchi preferiscono stare ai lati del capo, dietro alle orecchie e sulla nuca. Depongo anche le uova in queste zone. La femmina adulta è in grado di deporne da 3 a 15 al giorno, per 25 giorni. Le uova si schiudono dopo 7-10 giorni e diventano ninfe, di forma identica all"adulto, ma più piccole. Dopo altri 7-10 giorni, si trasformano in adulti. L"insetto adulto vive da 2 a 4 settimane. Il ciclo vitale complessivo del pidocchio è quindi circa di 30 giorni. Le lendini Le uova di pidocchio hanno forma ovale e diametro massimo di 1 mm. Vengono deposte vicino al cuoio capelluto, incollate alla base del capello con una sostanza cementante prodotta dalla femmina. Se l"infestazione non è riconosciuta rapidamente, in breve tempo si possono trovare varie centinaia di uova su una sola persona. Le uova si schiudono dopo circa una settimana. Dopo la schiusa, se non viene rimossa manualmente, la lendine vuota resta aderente al capello. Come già accennato, a temperature ambientali non elevate, le uova che distano più di un centimetro dalla radice dei capelli sono con elevata probabilità vuote. Trasmissione del contagio La trasmissione della pediculosi del capo avviene per contatto interumano diretto con un pidocchio adulto, anche tramite l"utilizzo condiviso di oggetti come pettini, berretti, sciarpe, o lenzuola e divani. Pur colpendo persone di tutte le età e condizioni socioeconomiche, è più frequente nei bambini che vanno all"asilo o alla scuola elementare, soprattutto di sesso femminile. Contrariamente a quanto ancora molti credono, lo stato di pulizia delle comunità coinvolte non incide sul contagio, che non può quindi essere evitato con il solo ausilio di buone norme igieniche. Le persone con capelli molto ricci sono colpite in misura minore. La diagnosi La diagnosi di pediculosi del capo è posta in presenza di pidocchi adulti e/o ninfe e/o uova vitali localizzate in prossimità del cuoio capelluto, a una distanza <10 mm sul fusto del capello. In realtà anche solo individuare le lendini sul capo indica un"alta probabilità che l"infestazione sia in corso. I pidocchi adulti, infatti, sono pochi, piccoli, si muovono rapidamente e si nascondono, ma si danno un gran daffare a deporre uova ogni giorno. Vi sono solo da 2-3 a 10 pidocchi adulti al massimo su una testa, molti dei quali pronti a colonizzare un nuovo soggetto. leggi l"articolo completo... (Estratto articolo da "Tema Farmacia" n° 7/2010; Autore: Elena Mattioli) | |