Gonfiore e crampi addominali, nausea, vertigini, cefalea, brontolii intestinali, flatulenza, stanchezza cronica: sono il prezzo che molte persone, chi più o chi meno, pagano per un bicchiere di latte o per un fumante cappuccino. E" l"intolleranza al lattosio, un problema sempre più diffuso, del quale soffre un italiano su tre, uno su due al Nord. E spesso anche la diagnosi tarda ad arrivare, perché i sintomi possono essere addebitati a una colite da stress. «Il problema interessa il 70% della popolazione mondiale - per Paolo Gasparini primario di Genetica medica all"Ospedale Burlo Garolfo di Trieste - perché ci sono intere aree del pianeta, ad esempio la Cina, dove interessa quasi il 100% della popolazione, tanto che la tradizionale cucina cinese è completamente priva di latte e derivati. Ma anche il 50-60% degli italiani è predisposto geneticamente all"intolleranza al lattosio. E i nostri dati ci dicono che il 75% di essi non sa di averla, perché i sintomi sono molto variabili». Questa intolleranza è dovuta - spiega Damiano Galimberti, specialista in Scienze dell"Alimentazione - alla mutazione del gene della lattasi, l"enzima che idrolizza il lattosio. Il problema, spesso riguarda anche i derivati, ma non tutti i formaggi, precisa Galimberti, «quelli stagionati ad esempio non ne contengono e nemmeno molti yogurt perché in questo caso il lattosio viene digerito dai fermenti lattici vivi». (ANSA)